venerdì 1 agosto 2008

IL PERDONO DI ASSISI

Carissimi, oggi qui è festa grande "IL PERDONO DI ASSISI" e siccome non molti sanno di che cosa si tratti veramente, più che spiegarlo con le mie parole, di seguito trovate il testo antico che racconta l'episodio.
Di mio aggiungo solo quello che della Festa mi colpisce di più....da allora fu vero quello che temevano i Cardinali e i poveracci che, non per potere o denaro, partivano per la Terra Santa a combattere, ma per L'Indulgenza Plenaria, smisero le armi e pacificamente poterono venire a pregare nella tenerissima e piccola chiesetta nella foresta!

GRANDE FRANCESCO MAESTRO DI PACE!

MAESTRO DELLE GENTI, non è un caso che non cristiani, non credenti, maestri Induisti, Musulmani, di tutte le religioni....TUTTI QUELLI CHE TI INCONTRANO PER QUALCHE MISTERIOSA RAGIONE...ti vedano come un loro Maestro....
Maestro allora ed ora!
....Piccolo, umile, illetterato...furbo, scaltro, libero nel cuore, pieno di Intelligenza Divina

SEI UN GRANDE DELL'UMANITA' INTERA E TI VOGLIO BENE!


Buona festa a tutti voi!


[3392] Il beato Francesco risiedeva presso Santa Maria della Porziuncola, ed una notte gli fu rivelato dal Signore che si recasse dal sommo pontefice Onorio, che in quel tempo dimorava a Perugia, per impetrare una Indulgenza a favore della medesima chiesa di Santa Maria della Porziuncola, riparata allora da lui stesso. Egli, alzatosi di mattina, chiamò frate Masseo da Marignano, suo compagno, col quale si trovava, e si presentò al cospetto di papa Onorio, e disse: «Santo Padre, di recente, ad onore della Vergine Madre di Cristo, riparai per voi una chiesa. Prego umilmente vostra santità che vi poniate una Indulgenza conseguibile senza oboli». Il papa rispose: Questo, stando alla consuetudine, non si può fare, poiché è opportuno che colui che chiede un'Indulgenza la meriti stendendo la mano ad aiutare; ma tuttavia, indicami quanti anni vuoi che io fissi riguardo all'indulgenza». San Francesco gli rispose: «Santo Padre, piaccia alla vostra santità di concedermi, non anni, ma anime». Ed il papa riprese: «In che modo vuoi delle anime?». Il beato Francesco rispose: «Santo Padre, voglio, se ciò piace alla vostra santità, che quanti verranno a questa chiesa confessati, pentiti e, come conviene assolti da un sacerdote, siano liberati dalla colpa e dalla pena in cielo e in terra, dal giorno del battesimo al giorno ed all'ora dell'entrata in questa chiesa». Il papa rispose: Molto è ciò che chiedi, o Francesco; non è infatti consuetudine della Curia romana concedere una simile indulgenza». Il beato Francesco rispose: «Signore, ciò che chiedo non viene da me, ma lo chiedo da parte di colui che mi ha mandato, il Signore Gesú Cristo». Allora il signor papa, senza indugio proruppe dicendo tre volte: «Ordino che tu l'abbia».
[3393] I cardinali presenti obiettarono: Badate, signore, che se concedete a costui una tale Indulgenza, farete scomparire l'Indulgenza della Terra Santa e ridurrete a nulla quella degli apostoli Pietro e Paolo, che sarà tenuta in nessun conto». Rispose il papa: «Gliela abbiamo data e concessa, non possiamo, né è conveniente annullare ciò che è stato fatto, ma regoliamola in modo tale che la sua validità si estenda solo per una giornata».
Allora chiamò san Francesco e gli disse: «Ecco, da ora concediamo che chiunque verrà ed entrerà nella predetta chiesa, opportunamente confessato e pentito, sia assolto dalla pena e dalla colpa; e vogliamo che questo valga ogni anno in perpetuo, ma solo per una giornata, dai primi vespri, compresa la notte, sino ai vespri del giorno seguente».
[3394] Mentre il beato Francesco, fatto l'inchino, usciva dal palazzo, il papa, vedendolo allontanarsi, chiamandolo disse: «O semplicione, dove vai? Quale prova porti tu di tale indulgenza?». E il beato Francesco rispose: .Per me è sufficiente la vostra parola. Se è opera di Dio, tocca a lui renderla manifesta. Di tale Indulgenza non voglio altro istrumento, ma solo che la Vergine Maria sia la carta, Cristo sia il notaio e gli angeli siano i testimoni».
[3395] Egli poi, lasciando Perugia e ritornando verso Assisi, a metà strada, in una località che è chiamata Colle, ove era un lebbrosario, riposandosi un po' con il compagno, si addormentò. Al risveglio, dopo la preghiera, chiamò il compagno e gli disse: «Frate Masseo, ti dico da parte di Dio che l'Indulgenza concessami dal sommo pontefice è confermata in cielo».

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