venerdì 17 ottobre 2008

ASCOLTARE IL FIUME...

Seduta sulla mia riva, guardo il fiume e attendo non attendendo....buona traversata amico caro!

….Ascoltarono. Lieve si levava il canto del fiume dalle molte voci. Siddharta guardò nell'acqua e nella acqua gli apparvero immagini: apparve suo padre, solo, afflitto per il figliolo; egli stesso apparve, solo, anch'egli avvinto dai legami della nostalgia per il figlio lontano; apparve suo figlio, solo anche lui, avido ragazzo sfrenata sulla strada ardente dei suoi giovani desideri, ognuno teso alla sua meta, ognuno in preda alla sofferenza. Il fiume cantava con voce dolorosa, con desiderio, e con desiderio scorreva verso la sua meta, la sua voce suonava come un lamento.

«Odi?» chiese lo sguardo silenzioso di Vasudeva. Siddharta annuì.
«Ascolta meglio!» sussurrò Vasudeva.
Siddharta si sforzò d'ascoltar meglio. L'immagine del padre, la sua propria immagine, l'immagine del figlio si mescolarono l'una nell'altra, anche l'immagine di Kamala apparve e sparì, e così l'immagine di Govinda, e altre ancora, e tutte si mescolarono insieme, tutte si tramutarono in fiume, tutte fluirono come un fiume verso la meta, bramose, avide, sofferenti, e la voce del fiume suonava piena di nostalgia, piena di ardente dolore, d'insaziabile desiderio. Il fiume tendeva alla meta, Siddharta lo vedeva affrettarsi, quel fiume che era fatto di lui e dei suoi e di tutti gli uomini ch'egli avesse mai visto, tutte le onde, tutta quell'acqua si affrettavano, soffrendo, verso le loro mete. Molte mete: la cascata, il lago, le rapide, il mare, e tutte le mete venivano raggiunte, e a ogni meta una nuova ne seguiva, e dall'acqua si generava vapore e saliva in cielo, diventava pioggia e precipitava giù dal cielo, diventava fonte, ruscello, fiume, e di nuovo riprendeva il suo cammino, di nuovo cominciava a fluire. Ma l'avida voce era mutata. Ancora suonava piena d'ansia e d'affanno, ma altre voci si univano a lei, voci di gioia e di dolore, voci buone e cattive, sorridenti e tristi, cento voci, mille voci. Siddharta ascoltava. Era ora tutt'orecchi, interamente immerso in ascolto, totalmente vuoto, totalmente disposto ad assorbire; sentiva che ora aveva appreso tutta l'arte dell'ascoltare. Spesso aveva già ascoltato tutto ciò, queste mille voci nel fiume; ma ora tutto ciò aveva un suono nuovo. Ecco che più non riusciva a distinguere le molte voci, le allegre da quelle in pianto, le infantili da quelle virili, tutte si mescolavano insieme, lamenti di desiderio e riso del saggio, grida di collera e gemiti di morenti, tutto era una cosa sola, tutto era mescolato e intrecciato, in mille modi contesto. E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita. E se Siddharta ascoltava attentamente questo fiume, questo canto dalle mille voci, se non porgeva ascolto né al dolore né al riso, se non legava la propria anima a una di quelle voci e se non s'impersonava in essa col proprio Io, ma tutte le udiva, percepiva il Tutto, l'Unità, e allora il grande canto delle mille voci consisteva d'un'unica parola, e questa parola era Om: la perfezione.
«Senti?» chiese di nuovo lo sguardo di Vasudeva.
Chiaro splendeva il sorriso di Vasudeva, sopra tutte le rughe del suo vecchio volto aleggiava luminoso così come l'Om si librava su tutte le voci del fiume. Chiaro splendeva il suo sorriso quando guardava l'amico, e chiaro splendeva ora lo stesso sorriso anche sul volto di Siddharta. La sua ferita fioriva, il suo dolore spandeva raggi, mentre il suo Io confluiva nell'Unità.
In quell'ora Siddharta cessò di lottare contro il destino, in quell'ora cessò di soffrire. Sul suo volto fioriva la serenità del sapere, cui più non contrasta alcuna volontà, il sapere che conosce la perfezione, che è in accordo con il fiume del divenire, con la corrente della vita, un sapere che è pieno di compassione e di simpatia, docile al flusso degli eventi, aderente all'Unità.

("Siddharta"  di Hermann Hesse)

Per tante ragioni ho riletto questa pagina, Siddharta di Hesse l'ho comprato 11 volte per regalarlo 10 (una copia l'ho ancora)...che pagina stupenda è questa!

4 commenti:

Francesco ha detto...

"Noi vagabondi siamo tutti così. La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte amore, erotismo..."
(Hermann Hesse, Il vagabondo)

P.S. Hesse!!!!!! Hesse!!!!! Che meraviglia!! Io faccio la collezione dei suoi scritti!!!!!

Questo commento è anche in risposta a quello sull'amicizia....

Francesco da Bari

Francesco ha detto...

A proposito: come va quella cosa?? ;)

Francesco ha detto...

Aaahhhh!! Quasi dimenticavo: hai mai letto "Francesco d'Assisi" di Hesse?? Che meraviglia d'opera d'arte!! Ha colto un'umanità speciale in Francesco, raccontato come uomo prima che come santo... c'è una storiella addirittura di quando lui era piccolo: che tenerezza!! STUPENDO!!!!!!!!!!!!

Ciao cara.
Francesco

Angela Seracchioli pellegrina ha detto...

....anche io ho ...tutto Herman Hesse mi dispiace di non sapere il tedesco solo per non poterlo leggere in originale e, una copia del Siddharta in inglese, la regalai nel 1981 in India ad un ragazzino figlio di un Bramino capo di un tempio che si meravigliava che io leggessi i Veda e che non capiva cosa io ci trovassi di bello quando lui doveva solo impararli a memoria...era un ragazzo in ricerca e io gli diedi il libro dicendo: "Qui si racconta di uno come te a cui non bastavano i riti senza capire profondamente..." Non so che cosa ha voluto dire questo libro per lui ma so che per me è una pietra miliare come fu il primo film della Cavani su San Francesco visto a 17 anni...
Per...l'amicizia...io sono quella che sta sulla sua riva a guardare il fiume e aspetta, con fatica, ma aspetta che l'amico capisca guardando lo stesso fiume, capendo che stiamo camminando nella stessa direzione e che "I compagni di viaggio" non possono lasciarsi...ma deve capirlo lui a suo modo...io posso solo aspettare...come Vasudeva (scusa e mi scusi anche lui, l'amico, della presunzione)...non si può fare la vita per un altro e se non sarà in questa vita lo sarà in un'altra...io, "attorcinata" nel mio dolore tutto umano, aspetto. Ciao carissimi e quando avrò un pò di tempo e meno stanchezza addosso, mi butterò sul progetto...qui i pellegrini continuano a passare e, in Novembre, dovrò andare in giro a presentare il cammino....e ci saranno novità grosse! Un bacio