lunedì 24 gennaio 2011

La Romita e Bernardino

ho appena ricevuto questo messaggio da un pellegrino, messaggio che contiene l'annuale newsletter di Bernardino...lo ricopio qui così come è, chi ha fatto il Cammino sa che cosa vuole dire l'accoglienza alla Romita per cui, se potete aiutate Bernardino, direi ancor più che con i soldi aiutandolo nell'accoglienza perchè sarà dura per lui accogliere da solo!

Ho ricevuto un paio di giorni fa questo messaggio da Fra Bernardino de La Romita di Cesi in provincia di Terni. Da pellegrino sono stato accolto a La Romita durante due percorsi del cammino di San Francesco dal Santuario di La Verna (AR) al Santuario di Poggio Bustone (RI).
La prima volta a piedi e l'anno scorso in bicicletta. Ho sempre trovato un'accoglienza esemplare: amicizia, disponibilità, comunità. Non mi è mai stato chiesto nulla. Credo sia dovere di tutti aiutare Fra Bernardino che ha rianimato e vivificato una realtà del genere. La Romita, dopo anni di duro lavoro, è stata ricostruita ma Fra Bernardino è rimasto solo.
Chi può lo aiuti col denaro. Chi non può lo aiuti con il lavoro e la presenza a La Romita. Tutti lo possiamo aiutare diffondendo il suo appello. Grazie. U.
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La Romita gennaio 2011

“Non c'è delusione per coloro che confidano in te, Signore”(Dn 3,40)

Il cammino della Romita
Perché ancora parole? Non ne ho già scritte e dette abbastanza negli anni scorsi? La Romita non parla forse da sola? Vorrei tacere, ma quest'anno è un anniversario: sono vent'anni che abbiamo iniziato con la ricostruzione. “Non c'è delusione per coloro che confidano in te, Signore”: 20 anni di Romita (1991-2011), vissuti nella fiducia e guidati da una mano invisibile, ma forte e delicata, sono una conferma che vale la pena fidarsi di Lui, del Signore della storia e della vita. La delusione è sempre frutto dell'illusione. Quando iniziammo il 19 maggio 1991, festa di Pentecoste, non eravamo né illusi né sprovveduti. Nel giorno dello Spirito (del fuoco e del vento) partimmo con il piede giusto. Da quel giorno ci siamo impegnati con forza, fatica e costanza per far risorgere dalle rovine la Romita. E' quindi sicuramente frutto del nostro lavoro, ma è soprattutto opera dello Spirito, che non solo ci ha ispirato l'audace sogno, ma ci ha anche dato entusiasmo, gioia e passione per realizzarlo. Dopo 20 anni non siamo quindi né delusi né stanchi né scoraggiati. Ma grati e fiduciosi. Abbiamo fatto molta strada, ne rimane ancora molta da fare. Chi cammina, forse sbaglia. Chi non cammina, ha già sbagliato.
La Romita è Vita
Caratteristiche della vita sono: movimento, imprevedibilità, instabilità, cambiamento. La Romita è un andirivieni di persone alla ricerca della verità e della felicità, un arrivare e ripartire, un sostare e riprendere il cammino. Per nessuno meta, per tutti tappa. La porta è aperta per entrare, ma anche per uscire. Libertà di venire e di andare. Lo scorso anno eravamo in sei, ora sono solo. La famiglia (Luca e Federica con le bambine Anna e Sara), arrivata nel 2008, è partita nel 2010. Un aiuto e una speranza all'arrivo, una perdita e una delusione alla partenza. Si sente la mancanza, soprattutto delle bambine con la loro gioia, il loro sorriso e la loro spontaneità. Silvia, arrivata nel 2007, è partita nel 2010. Una presenza silenziosa, gioiosa e operosa. Sempre accogliente, umile e sorridente. Un grande dono per quanti l'hanno incontrata. Era venuta per pochi giorni, si è fermata per tre anni. Ha prestato un servizio prezioso e poi se n'è andata per continuare il suo cammino.
E ora come continuare?
In questa situazione di precarietà, la Romita è vissuta sin dal suo inizio. Mai nella sicurezza, sempre nella speranza. Del resto non viviamo tutti nella precarietà? Quali sicurezze abbiamo? Chi conosce il proprio futuro? Le sicurezze non sono forse illusioni? Già il primo anno (1991) gli scettici e i critici mi chiedevano: “E che sarà tra dieci anni? Che succederà, se ti ammali? Chi si godrà tutto questo lavoro?”. “Quando sarà ora, vedremo”- era la mia risposta. Ora, dopo 20 anni di fiducia in Dio, negli uomini e in noi stessi, siamo ancora qui. Guardo al passato con gratitudine e stupore e mi chiedo: com'è stato possibile far diventare realtà l'utopia di allora? Chi mi ha dato la forza di superare i conflitti, le incomprensioni, le umiliazioni, i dubbi, lo scoraggiamento, la fatica, il freddo, la mancanza di strada, di tetti, di porte, di finestre, di luce, di acqua corrente? Nei primi anni sentivo conforto quando nella Santa Messa al vino nel calice si univano anche il sudore della fatica e le lacrime del dolore. Sotto la Croce non sei mai solo, anzi sei in buona compagnia. Oltre a Gesù, ci sono la Madonna, Giovanni Evangelista, Maria Maddalena e altri ancora. I primi anni sono stati duri e avventurosi, ma belli e affascinanti per la presenza rassicurante del Signore e per l'aiuto di tanti amici. Ora guardo con fiducia e serenità al futuro. La cosa più importante nella vita è vivere nella gioia, nella fiducia, nell'attesa operosa. Non nel rimpianto del passato che non posso cambiare, non nella paura del futuro che non conosco, ma nel gusto del presente (il tempo, lo spazio, la salute, la conoscenza di Dio, gli amici, la musica, la natura, gli animali). Tra le tante incognite della vita il presente è una delle poche certezze che abbiamo. E' quindi saggio viverlo in modo consapevole, gioioso ed operoso. Le preoccupazioni non risolvono i problemi. Ha ragione Gesù: “Non vi angustiate per il domani, poiché il domani avrà già le sue inquietudini. Basta a ciascun giorno la sua pena” (Mt 6,34). Seguendo il suo consiglio vado avanti giorno per giorno nella fiducia e nella fatica. Ma anche nell'attesa che qualcuno s'innamori della Romita . Qualcuno che abbia i requisiti per venirci a vivere: cura, premura e tempestività. La cura presuppone amore per la Romita, per il luogo, per le persone, per gli animali; la premura interesse e attenzione per questo luogo; la tempestività vigilanza,concentrazione e azione al tempo opportuno.
Tra passato e futuro
Il rimpianto del passato e la paura del futuro ci bloccano: rendono amare le gioie dell'oggi, ci guastano la festa della vita, c'impediscono di essere creativi e operosi nel presente. Risultato: apatia, inerzia, frustrazione e a volte anche depressione. Cosa sarebbe stato di San Francesco se avesse avuto nostalgia del suo passato e paura del conflitto con la famiglia e con gli amici, paura di quello che avrebbe detto la gente? E cosa avrebbe fatto Paolo Apostolo se si fosse vergognato di predicare il Vangelo per ché aveva in precedenza perseguitato i discepoli di Gesù? E cosa sarebbe diventata la Romita, se ci fossimo limitati a conoscere e raccontare il suo glorioso passato e a lamentarci del suo stato di abbandono e di distruzione? O se ci fossimo tirati indietro di fronte all'immane lavoro della rimozione delle macerie e ad una improbabile e molto problematica ricostruzione? Se la fede non ci fa superare la paura, a che serve? Chi conosce il Vangelo e segue Gesù è coraggioso. Credere vuol dire esporsi e impegnarsi La Parola di Gesù è un messaggio positivo, che t'ispira, ti stimola la mente, ti scalda il cuore e ti trasmette la passione e la gioia di vivere e d'impegnarti. Ti spinge a superare la comodità, la pigrizia e la paura. Parole tipiche di Gesù sono: “Non abbiate paura” e “Andate”. Il Vangelo (“Buona Notizia”) è un messaggio non di paura, ma di fiducia, di speranza e di vita. Con la sua umiltà, libertà e gioia San Francesco è sulla linea di Gesù: pensa, parla e agisce in modo positivo, creativo e costruttivo. Questo è stato e vuol essere anche lo stile della Romita: non paura della morte, ma passione per la vita; non preoccupazione del domani, ma gioia del presente; non lamento per il disimpegno degli altri, ma impegno per gli altri.

La Romita: progetto di vita francescana
In questo luogo i Frati sono vissuti per 640 anni ed hanno lasciato tracce profonde della loro preghiera, del loro lavoro, della loro spiritualità e cultura. Le idee e le attività che guidarono i Frati, a partire dal XIII sec., nella costruzione del grande complesso, sono rimaste: preghiera, lavoro, canto, vita di comunità, silenzio, meditazione, accoglienza dei pellegrini, vita nella e con la natura. Rispetto al passato la Romita non è più frequentata da Frati con un abito, ma da laici, famiglie con bambini, gruppi di ragazzi, visitatori occasionali, pellegrini. E' un progetto in divenire. Conserva la sua identità in modo dinamico. E' una tradizione viva. Si adatta ai tempi e alle persone. Mentre i primi anni si lavorava sino a 12 ore al giorno e c'era meno tempo per altre attività, ora che la ricostruzione è finita, c'è più tempo per la preghiera, il silenzio, la lettura, la meditazione, la musica, le passeggiate per i boschi e le montagne e l'osservazione della natura. La Romita è un tema francescano con molte variazioni. La vita meravigliosa e affascinante di San Francesco è un dono dello Spirito non solo per i Frati, ma per tutti gli uomini. Il suo atteggiamento di fondo (l'umiltà, la cordialità, la passione per il Creatore, la compassione per tutte le creature, la gioia di vivere, la sua libertà dal potere, dal denaro e dal possesso) ha valore universale e tutti possono capirlo e viverlo.
Progetto controcorrente
Il messaggio francescano, universale e attuale anche per il nostro tempo, è però in netto contrasto con il nostro sistema politico ed economico. In questo sistema tutto ruota attorno al “dio denaro”, al quale vengono sacrificati tempo, energia, salute, affetti. L'uomo è considerato “forza lavoro” e la natura materia da sfruttare al massimo al servizio del profitto. Il progetto della Romita è in controtendenza: mette al centro l'uomo come collaboratore della gioia comune e la natura da amare e rispettare come realtà viva e bella. Non concorrenza spietata quindi, ma collaborazione solidale; non accaparramento egoistico, ma condivisione generosa; non sfruttamento selvaggio, ma uso responsabile. L'uomo non è padrone, ma parte della natura. Al consumismo sfrenato, all'opulenza, al lusso, allo spreco demente, la Romita reagisce con uno stile di vita sobrio ed essenziale. La mentalità “usa e getta” è estranea allo stile di vita francescano. E' una mentalità che genera indifferenza, assuefazione e disaffezione nei confronti delle cose. La povertà è per San Francesco non disprezzo, ma rispetto delle cose; non distacco e indifferenza, ma attenzione e cura. Il benessere, l'agiatezza, la ricchezza, il lusso, l'abbondanza, l'opulenza, il consumismo, lo spreco, le (false) sicurezze, le comodità? Mortificano la creatività, intorpidiscono la mente, raffreddano il cuore, appesantiscono il corpo, rallentano il cammino verso Dio, tarpano le ali alla preghiera, allontanano da chi è nel bisogno. Invece il sacrificio, la vita dura e scomoda, l'impegno e la fatica (della mente e del corpo) ci temprano, ci rendono sensibili e attenti alle sofferenze degli altri. Sono una terapia preventiva contro le malattie dell'anima e del corpo, ci tengono svegli e ci preservano dalla muffa e dalla noia della vita. A quante rinunce, a quanti faticosi allenamenti, a quale disciplina si sottopongono gli atleti dello sport e gli acrobati del circo? Anche la Romita è costata, costa e costerà sacrifici, ma è un'opera bella, grandiosa e meravigliosa! Sull'esempio di Gesù e di San Francesco e per solidarietà con 2/3 dell'umanità che vive nella povertà, la Romita vuole conservare uno stile di vita semplice, di povertà dignitosa e gioiosa. Non dovremmo forse chiederci spesso: “Com'è nato, com'è vissuto, com'è morto Gesù?” E chi vuole seguire San Francesco, non dovrebbe confrontarsi con il suo stile di vita? Non dovrebbe un Frate “sentirsi a disagio nell'agio?”. E' questo forse un programma troppo esigente ed ambizioso? Per conservare identità e dignità in un mondo globalizzato e omologato bisogna distinguersi e fare scelte coraggiose e controcorrente. Ognuno è protagonista della propria fede e della propria vita. Se il singolo non è se stesso, scompare nella massa. E la massa abbassa. La Romita vuole solo essere una proposta. Vuole esserci. Con la presenza e la testimonianza. Intende essere piccola luce nel buio, oasi accogliente nel deserto sterminato, isola solitaria nel mare immenso.
Luogo privilegiato
Oltre che sulla preghiera e sull'annuncio del Vangelo, la Romita mette l'accento su aspetti trascurati della spiritualità francescana: quali il lavoro manuale, il contatto con “sora nostra Madre Terra”, l' importanza e preziosità di “sora acqua”, il fascino di “frate focu”, il contatto, il dialogo, l'amicizia e la convivenza con molti animali. Inoltre, essendo la Romita un luogo con le porte aperte e non avendo la struttura chiusa e rigida di un Convento, può accogliere tutti: famiglie con bambini, persone in difficoltà, non cattolici, non credenti. Ed ha quindi anche il privilegio e la libertà di accogliere gratis i Pellegrini. Un aspetto molto “francescano” della Romita è la ricerca e la cura del bello. Il visitatore viene colpito dalla quantità e dalla varietà di fiori. E' vero che non si mangiano, ma fanno bene agli occhi, alla mente, al cuore e all'anima. La Romita è un'esperienza umana, cristiana e francescana a tutto campo: unisce fede e umanità, mensa eucaristica e tavola imbandita, preghiera e lavoro, cultura e natura, arte e spiritualità, teologia ed ecologia, silenzio e musica, storia e poesia, razionalità ed emotività. E' un progetto di largo respiro, con un orizzonte a 360 gradi. Aperto sul mondo come il Belvedere, slanciato nell'azzurro del cielo come il Campanile. Un progetto gravido di futuro, dagli sviluppi imprevedibili. Ispiratore di questo progetto rimane San Francesco, genio di Dio, innamorato di Cristo e di Maria e della loro povertà, fratello e amico degli uomini, degli animali, degli astri e delle piante, artista della vita e dell'amore, cantore e poeta della bellezza del creato.
L'anno 2010
E' stato segnato da un cambiamento radicale con la partenza della famiglia e di Silvia e dal grande movimento di persone. La Romita attira sempre più gente col suo fascino, con la sua posizione (“isola bianca nel verde dei boschi”), con la bellezza della sua architettura, con la sua energia, con la sua spiritualità. Il mese con più movimento è stato agosto: un gruppo di 80 Pellegrini arrivati tutti insieme (da Solesino - Padova), ragazzi e ragazze capaci, volenterosi e operosi. Si pregava, si cantava e si lavorava con entusiasmo, gioia e forza. E' stato un mese meraviglioso. L'attività più importante e più ricca di stimoli spirituali rimane l'accoglienza dei Pellegrini. Arrivano sempre più numerosi, da diverse nazioni, di diverse lingue e di diverse età. La venuta dei Pellegrini è commovente, incoraggiante, edificante. Essere viandanti è la condizione vera dell'uomo su questa terra. In questi venti anni la Romita è diventata sempre più punto di attrazione, di riferimento e d'incontro per persone alla ricerca di se stesse, desiderose d'impegnarsi per gli altri, bisognose di conforto per la perdita di persone care. E' valsa la pena ricostruirla la Romita, vale la pena continuarla. La vita di tutti noi e il futuro della Romita è nelle mani di Dio. Vado avanti contento e convinto, fiducioso e determinato, con lucidità di mente, calore nel cuore e forza nelle mani. Sostenuto dal Signore e dagli amici. Un grazie di cuore agli amici e collaboratori della prima e dell'ultima ora, Un grazie a voi che vorrete dare un contributo per la manutenzione e continuazione della Romita. Il Signore vi dia Pace!
Con simpatia, gratitudine e amicizia vostro frate Bernardino
Fra Bernardino - La Romita - I 05030 Cesi (TR)
Tel 0744 283006 Cell 3464107908
frabernardino@la-romita.net
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