venerdì 8 aprile 2011

...a pochi giorni dalla stampa!


sulla copertina, come vedete, c'è ancora scritto 600 km. in realtà sono 511 km. ma arrotonderemo per difetto a 500...io invece, mi arrotondo sempre per eccesso e sono una palla!
Ieri sera ho fatto una cosa che non facevo da una vita: Spento il telefonino, chiuso il computer e chiusa la porta e sono andata a letto! Poi, ovviamente, non sono stata a letto dalle 18 ad ora ma...quasi, la tentazione di aprire il computer c'era ma ho resistito...che cosa strana sentirsi...fuori dal mondo e pensare che un tempo era sempre così, avrei voluto mettere sul blog quello che ho ricevuto da una cara amica ma per ragioni di conversione dei programmi, Oriano l'esperto mi dice che non si può e così trascrivo qui come si chiama, si chiama "ricordi" è un power point ed è dedicato a coloro che sono nati prima del 1980 ed è molto carino e molto vero andatelo a cercare, vi piacerà!
Un'altra cosa, nel mio lettuccio ho iniziato a leggere il nuovo libro di Erri de Luca, autore che amo molto ma non in tutti i suoi libri ma questo è speciale come lo è "Il peso della farfalla" si intitola "E disse" edizioni Feltrinelli, è su Mosè ma non è un libro barboso, anzi, è pieno di vento! E' pieno di montagna...
Trascrivo qui una frase dedicata specialmente a chi va in montagna, a chi per una parete, per una ferrata o per un arduo sentiero si è trovato un giorno in cima ad un'alta montagna...a me è venuta in mente la vetta della Tofana di Rozes quando, molto più giovane e molto più in forma partii una mattina da Passo Falzarego e solo per arrivare all'attacco della ferrata c'è una salita che..levati! Arrivai in cima, il vento era forte e il cielo perfetto, il mondo era lontano, lassù c'ero solo io e il cielo, poi, bel bella, me ne tornai a piedi a Cortina e la sera lavorai in cucina nell'albergo dove facevo la stagione...non male in un giorno!...altri tempi!
"Il vento gli arruffava i capelli e sgomberava i pensieri. Con l'ultimo passo di salita toccava l'estremità dove la terra smette e inizia il cielo. Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l'immenso. Lì arrivava alla massima distanza dal punto di partenza. Non è traguardo una cima, è sbarramento. Lì sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso, ma affacciarsi sul vuoto dell'insù. Lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. Lassù si avvolgeva di vento. Una sommità senza urto di masse d'aria addosso è spaventosa. Perchè l'immenso sta trattenenedo il fiato."
letale pensare alle Dolomiti! Roba da magoni...la Terra è bella tutta ma le Dolomiti di più!
...E il naso mi si riempie dell'odore della roccia, gli occhi di paesaggi immensi e del tremolio giallo di un papavero d'alta quota, le mani si gelano carezzando la parete, il piede trova l'appoggio e il corpo si innalza, i moschettoni scricchiolano sulla corda d'acciaio, c'è silenzio, i soli suoni: il fischiare del vento, il cric croc dei sassi sotto la suola, il cling del moschettone, il bum bum del cuore...BEATITUDINE...grazie Erri specialmente per quel "vuoto dell'insù"

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