martedì 3 maggio 2011

Copiato e incollato perchè...troppo bello...diciamo così

Ho trovato questo scambio epistolare con Giulietto chesa sul sito del "Bene Comune" di campobasso, ottima rivista e ottimo sito...queste lettere fanno pensare e...io che amo gli asinelli, sono di quelli che non credo che volino!



Giulietto Chiesa commenta l'e-mail di un lettore, scritta a caldo dopo il battage dei media sulla morte di Bin Laden.

Gentilissimo Giuletto Chiesa,
Ci siamo incontrati e "scontrati", tempo fa durante Zero etc. Sono l'amico di Paolo Attivissimo, ma seguo sempre con interesse il suo lavoro, anche perché ormai oggetto della mia prossima Tesi che parlerà del cinema sull'11 settembre e inevitabilmente parlerà di Zero. Tuttavia, considerazioni personali a parte, da stamane ho visto letteralmente crearsi la notizia della morte di Bin Laden, da bravo studente di Scienze della Comunicazione, in tempo reale ho postato la foto del presunto Bin Laden morto su Facebook, prima della Rai, trovato vari commenti etc. per poi trovarmi la notizia fonte CNN del suo corpo sepolto in mare secondo rito islamico (sic!). A questo punto attendo con ansia suo autorevole commento, perché si creda o no alla teoria del complotto, non é che si faccia molto per smentirla, già partendo dal fatto che secondo la compianta Benazir Butto il buon Osama era morto da tempo... insomma sembra proprio che Obama, in cerca di rielezione, tiri fuori ora la cosa e via! C'e' poco da fare, l'impressione è quella. Per parte mia sto scrivendo direttamente ai Navy Seals (e quelli di gente sul campo ne hanno lasciato davvero) per sapere davvero da qualcuno come è andata, per fortuna internet, per quanto lo si controlli è ancora relativamente libero e speriamo anche nel povero Assange. La saluto , non credo avrà mai il tempo di rispondermi, ma la ricontatterò sicuramente per Zero per via della Tesi e spero possa dedicarmi qualche minuto online o di persona.
I miei più cordiali Saluti,
Roberto


Gentile Roberto,
quando non si insulta ma si discute io rispondo sempre. E poiché avrei comunque commentato l'evento, uso la sua lettera per farlo pubblicamente. Bene quando lei dice, molto appropriatamente, che noi "abbiamo letteralmente visto crearsi la notizia della morte di Osama bin Laden". Proprio così. E un normale giornalista dovrebbe essersene accorto.
Invece questa mattina decine di network, tutti quelli italiani, ma anche i paludati americani, e tedeschi e inglesi, hanno pubblicato, mostrandola al mondo intero, una falsa fotografia di Osama bin Laden che era già stata dimostrata falsa nel 2006, mi pare, quando emerse per la prima volta dai meandri di qualche servizio segreto. Colmo del divertimento estetico è stata un giornalista di un network italiano che, commentando una foto falsa ha detto che "si vede anche l'occhio che Osama aveva perduto". La signorina confondeva Osama con il mullah Omar. E nessuno ancora, che mi risulta, ha osservato che questo Osama è stato ucciso con "un colpo di pistola alla testa". Non so sa dove sia venuta la notizia, ma se fosse venuta da una fonte ufficiale, mi sarei chiesto subito: perché ucciderlo? Non era meglio tenerlo in vita e mostrare al mondo il trofeo? Un conto, infatti, è uccidere il ricercato in uno scontro a fuoco. Succede. Ma ammazzarlo a freddo non quadra. Eppure tutti zitti ad accettare tutto quello che viene da Washington. Adesso ci dicono (ma prendiamo con le pinze anche questo) che il suo cadavere è stato sepolto in mare "secondo il rito islamico"!!!! Non mi risultava che il rito islamico prevedesse sepolture in mare. Certo è che, se non ci fanno vedere il cadavere, io starei molto, molto attento ad accreditare qualsiasi virgola successiva, qualsiasi testimonianza, qualsiasi prova. Inclusa, ovviamente quella del DNA. Anche a proposito del Pentagono ci diedero il DNA di tutti i passeggeri e dei "terroristi" a bordo. Basta chiedersi quanto costa la parcella di un collegio di analisti del DNA, specie se si tratta di medici militari e il problema è risolto. Abbiamo, per altro, due dichiarazioni di non poco conto che ci parlarono della morte già avvenuta di Osama bin Laden. Una è quella della defunta Benazir Bhutto (su Al-Jazeera: dichiarazione immediatamente qualificata come un lapsus linguae, ma che rimane visibile e ascoltabile sul web). L'altra del presidente pakistano in carica, Zardari, che disse che, secondo le sue informazioni, Osama era "morto da tempo". Terza osservazione. E' elementare sottolineare che queste operazioni non si improvvisano. Era in preparazione da tempo. Mi pare che Obama abbia detto che Osama era stato individuato e rintracciato "fin dall'agosto scorso". Bene, prendiamo per buona questa tesi. Resta la domanda: perché ora? A questa domanda io non so dare risposta perché troppe sono le ipotesi in campo, tutte ugualmente attendibili, e inattendibili. Una cosa certa è che la campagna elettorale per la rielezione di Obama è cominciata oggi. Sotto il segno giubilante di "Obama il vendicatore dell'America". Non so se lo rieleggeranno, ma è altrettanto certo che le sue sorti politiche erano in forse e, forse, lo sono ancora.
Questa è una spiegazione possibile. Delle altre avremo occasioni di parlare. Un'altra cosa certa è che comincia il florilegio di scemenze su Al Qaeda "decapitata". Ho detto stamani alla trasmissione "Agorà" che Al Qaeda non esiste più dal 2000. Sempre che sia esistito qualcosa di simile a ciò che la Grande Fabbrica dei Sogni e della Menzogne ci ha venduto in questi anni. L'ho fatto citando l'ex capo dell'antiterrorismo francese Alain Chouet che, in una audizione al Senato di Parigi ha dichiarato testualmente che Al Qaeda "non esiste dal 2002", aggiungendo che quando esisteva era composta da non più di una quarantina di elementi e che non era comunque possibile assegnare ad Al Qaeda tutti gli attentati che le furono assegnati. Se lei spera che la Navy Seal le dia qualche dritta, temo che si sbagli. Sono i detentori del segreto e non lo verranno a raccontare a lei. Che, per altro, vedo già fortemente penetrato di complottismo. Perché complottisti sono tutte quelle persone dotate dell'intelligenza minima di rifiutare di credere che gli asini volano. E, quando sentono qualcuno che gli racconta di avere visto un asino che vola, subito si ritraggono e vanno a cercare un'altra spiegazione. Anche se tutte le tv del mondo gli mostrano un asino che vola sul serio. Non so se a Scienza della Comunicazione usano "La società dello spettacolo" di Guy Debord, ma quello di cui stiamo parlando qui, adesso, è esattamente uno dei mille atti della società dello spettacolo che si mettono in scena tutti i giorni. Per giunta gratis. Cosa vuole di più?
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa

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