venerdì 2 dicembre 2011

...attaccando locandine...

LA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DELLA GUIDA NUOVA A CAMPOBASSO E' RIMANDATA A LUNEDI' 9 GENNAIO...PRIMA NON CI SI RIUSCIVA A ORGANIZZARLA PER BENE E MONS. BREGANTINI E', OVVIAMENTE, IPER IMPEGNATO...SOLO IL 7 SAREBBE STATO POSSIBILE MA, COME VI DICEVO, IL MOLISE VIENE QUI E ALLORA...SI RIMANDA...SARA' DI CERTO BELLO ALLORA, NE SONO SICURA!

Invece oggi per me:
giornata su e giù per Assisi, un caldo innaturale, i fiori ancora alle finestre, un'aria bassa un pò febbricitante e il mio raccontare del concerto e appiccicare locandine con il magone nel cuore...il libro che sto traducendo, e traducendo devi capire ed entrare in ogni parola per poterla rendere al meglio, è molto bello ma mi fa pure star male...parla di cosa sia Comunità, come si possa far comunità e smonta tutto ciò che normalmente chiamiamo comunità...e mentre traduco mi rendo conto che tante volte all'ostello quello facevamo...quell'energia speciale che tante volte si creava, quella fratellanza fra estranei magari tanto diversi, quella vicinanza sottile è...quello che sto traducendo e, credetemi, mi fa star male perchè io SO che è possibile, SO che Assisi deve avere un luogo perchè ciò accada, SO che posso essere quella che lo manda avanti...l'ho già fatto e per 5 anni e questo non avere un luogo mi fa disperare...vedo l'inutilità della mia vita se non accade...così, parlando



con una cara persona dell'agenzia che in questi lunghissimi mesi mi ha aiutato a cercare, lui mi ha detto: "Ma magari sbagli tu, se tutti ragionano in un altro modo, forse sbagli tu..." lo diceva in amicizia non trovando una soluzione al mio chiedergli: "Come? Che cosa sto sbagliando?" Ci siamo lasciati così ed io, pensando, ho continuato ad entrare ed uscire da bar e negozi con le mie locandine in mano...poi mi è venuta in mente una storia Sufi letta tanti anni fa, non mi ha consolato, finisce "male" ma si adatta a come mi sento...fra 7 giorni ho 60 anni, non cambio ora, la mia vita me la sono tutta giocata andando contro corrente...non voglio bere "l'acqua avvelenata"...non mi arrendo...anche se le mie forze si affiaccano, non mi arrendo, il mondo mi vedrà pazza...non mi arrendo...ci sono tanti altri pazzi come me, sono la mia speranza ma qui mi sento un pò sola...qui non ne incontro...


questa qui sotto è la storia che, a volte, è raccontata con un saggio al posto del re...ma il succo è lo stesso:

Un giorno, una strega arrivò nella capitale di uno Stato,
gettò qualcosa nel pozzo, fece un incantesimo e poi sentenziò:
“Chiunque berrà l’acqua di questo pozzo impazzirà”.
La capitale aveva soltanto due pozzi: al primo attingevano
i comuni mortali e l’altro, all’interno del palazzo reale, era
riservato al re a al primo ministro. Naturalmente il popolo fu
costretto a bere, pur sapendo che tutti sarebbero impazziti;
non potevano fare altrimenti: quello era l’unico pozzo a loro
disposizione.
Non avevano il permesso di entrare a palazzo
e attingere l’acqua dal pozzo riservato.
Pertanto, al tramonto l’intera cittadinanza era impazzita;
ma nessuno ne era consapevole: se tutti sono pazzi, come
può il singolo esserne consapevole?

Gli uomini ballavano nudi, piangevano, urlavano; le donne
correvano nude per le strade. Qualcuno stava ritto sulla testa e qualcun altro era immobile in posture ancora più contorte… l’intera città era precipitata in un incubo. L’euforia era alle stelle: tutti festeggiavano, saltavano e urlavano – l’intera città era sveglia!
Solo il re e il primo ministro erano tristi, profondamente
sconsolati. Cosa potevano fare? L’intera cittadinanza era impazzita
e, povere anime, non ne erano neppure consapevoli:
quando tutti sono pazzi, come può il singolo giudicare?
Di fatto, il primo ministro e il re iniziarono a dubitare
del proprio buonsenso. Forse erano loro a essere impazziti,
visto che l’intera città sembrava beatamente inconsapevole!
Migliaia di persone erano impazzite e nessuno pensava di
essere fuori di testa. In una città simile, naturalmente, il re e
il primo ministro iniziarono a dubitare della propria salute
mentale: forse i pazzi erano loro!
A mezzanotte la folla fu presa da grande agitazione, l’intera
cittadinanza si riunì: tutti erano diventati consapevoli
che qualcosa di malsano era accaduto al re e al primo ministro.
Si era diffusa la voce che il re e il primo ministro erano
impazziti, e naturalmente tutti si trovarono d’accordo.
Circondarono il palazzo.
Le guardie erano impazzite, la polizia era impazzita, l’esercito
era impazzito; perciò il re non aveva più alcuna protezione
e la folla gli intimò: “O ritorni sano di mente, oppure ti
deporremo dal trono”.
Il re chiese: “Cosa posso fare?”.
Il primo ministro rispose: “Voi continuate a parlate con
loro e io correrò al pozzo comune a prendere dell’acqua.
A questo punto non ci sono altre soluzioni: in una capitale
dove tutti sono impazziti, se vogliamo sopravvivere anche un
solo minuto, dobbiamo impazzire”.
Andò a prendere dell’acqua al pozzo comune ed entrambi
bevvero: subito si misero a ballare e si liberarono degli
abiti… e l’intera città era felice che il re e il primo ministro
fossero rinsaviti, infatti avevano riguadagnato la loro salute
mentale.
Io non sono un re o una regina, non ho un pozzo speciale ma...dell'acqua avvelenata non berrò ma l'angoscia è tanta e, a volte, pure la paura lo è..................................................

2 commenti:

paolo73 ha detto...

Ciao Angela..Leggendo la storia, mi è venuta in mente una frase (che tra l'altro avevo messo all'inizio della mia tesi): "Per loro ero pazzo io, per me loro. Erano più numerosi loro". E' vero, lascia un po' di amarezza perché fa capire come il volere della maggioranza (che non necessariamente coincide con la direzione migliore da seguire) spesso prevale, al di là della validità dei contenuti che essa propone..però questa frase dà anche il senso e il valore della scelta autonoma: se uno crede in qualcosa, ciò può andare avanti nonostante tutto.. Ciò che è dentro di noi, se è vero, non può essere contaminato né condizionato dall'esterno, qualunque sia la forza che l'esterno impone. Per quel poco che ti conosco, penso che tu creda davvero in quello che hai dentro, e questa spinta può vincere ogni ostacolo!
PS: ho bisogno di un consiglio..forse riesco ad essere ad Assisi il 10, mi piacerebbe assistere al concerto. E' necessario prenotare oppure vado tranquillo e trovo posto? Grazie, ciao!

Angela Seracchioli pellegrina ha detto...

carissimo Paolo, grazie per il tuo messaggio! Per il concerto non c'è bisogno di nessuna prenotazione per cui...vieni tranquillo! Ciao a presto