lunedì 19 dicembre 2011

povero piccolo mondo!

Sto guardando "L'infedele" e mi piglia una gran malinconia...come si fa a definire semplicemente "pazzo" uno che pianifica di uccidere? O meglio, la pazzia è in un mondo che ha perso la trebisonda non solo quello che spara, è vero, come diceva uno dei senegalesi (non ricordo il nome) definirlo pazzo e basta è minimizzare il problema...a Verona i ragazzi che hanno picchiato il ragazzino singalesi non sono neanche stati incriminati, così ha detto il telegiornale...non li hanno colti sul fatto...e se fosse succeso il contrario? Se fosse stata una banda di singalesi che picchiavano un italiano sarebbe stato lo stesso? E il "caso Meredith" in galera c'è solo il "negretto"... incollo qui sotto il bellissimo messaggio dei Comboniani...

Solidarietà agli immigrati e alla comunità senegalese
14 dicembre 2011 - I Superiori delle comunità italiane dei Missionari Comboniani
Riuniti in assemblea, a Pesaro, noi, Superiori delle 24 comunità dei Missionari Comboniani diffuse in Italia, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutti gli immigrati presenti in Italia e soprattutto alla comunità senegalese di Firenze, per la tragica uccisione dei due nostri fratelli senegalesi e delle persone rimaste ferite nell’atto criminale perpetrato contro di loro da un cittadino italiano.

Chiediamo perdono insieme a quanti operano per la convivenza pacifica di tutti nel nostro paese.

Condanniamo con forza ogni scelta e atteggiamento di natura socio-politico-economico e culturale, finalizzato a fomentare una cultura xenofoba, intollerante, di rifiuto e razzista.

Come Istituto missionario che da oltre un secolo opera tra le popolazioni africane, sia in Africa come tra gli afrodiscendenti sparsi nei vari continenti, sostenendo la ricerca della loro propria liberazione da ogni schiavitù e oppressione, di ingiustizia e di sopruso, ribadiamo la nostra determinazione ad operare attraverso le nostre comunità, sparse sul territorio italiano per la promozione di una cultura di accoglienza, di integrazione, di incontro e reciproco ascolto, alla ricerca di vita piena e abbondante (Gv 10, 10), di lavoro, di auto-realizzazione, indipendentemente da luogo, idioma, colore, popolo o religione di appartenenza.

Confermiamo la nostra comunione con tutte le comunità ecclesiali e i movimenti della società civile nel promuovere il riconoscimento dei diritti fondamentali degli immigrati presenti in Italia.


Pesaro, 14 dicembre 2011



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