sabato 21 gennaio 2012

le...beate








Ieri al telefono, quando mi mettevo d'accordo per arrivare al suo eremo, che eremo non è visto quanta gente ci va...del resto anche quello di Pietro da Morrone, Celestino V era sempre invaso, il carissimo padre Ireneo mi diceva: "Che bello vieni con le altre beate...." Ci chiama tutte così noi amiche sue donne e la cosa scherzosa e bella mi è sempre piaciuta e allora da "beata" mi viene da pensare a tutte le amiche e gli amici di Francesco e di Chiara che, un tempo, e in parte ancora oggi, vengono chiamati beati e beate, Jacopa dei Settesoli compresa. Quest' ultima fino al XVIII secolo aveva anche l'onore di essere sul martirologio francescano poi, chissà perchè, l'hanno depennata. Oppure, il perchè c'è, non solo donna, ma pure laica e con figli...mica poteva essere beata...o no? E penso anche a quando si fece la prima credenziale e l'amico Provinciale di allora mi chiese: "preferisci che scriviamo Sancti Francisci o Beati Francisci." E io, d' istinto, dissi: "Beati" e lui ribattè: "Eh sì, beato fa Dio, santo fa la Chiesa" convincendomi ancora di più della mia scelta.






Oggi ho trovato nei "santi del giorno" che è la festa della Beata Cristiana di Assisi, una delle prime damianite con Chiara, questo gruppetto di sorelle carnali, amiche, mezze parenti, pure la mamma che si ritrovarono nella piccola chiesina e nel conventino fatto di poche stanze appena riparato per loro da quel "matto di Francesco", assieme alla loro amica forte, quella nobile fuggita di notte facendo, presumo, chiacchierare tutta la città.






Cercate di immaginare la scena oggi, pensate a come le famiglie andrebbero a "Chi la visto?" per lanciare appelli alla ricerca delle loro ragazze scomparse, come farebbero interviste fuori dalle discoteche e ragazzotte di oggi direbbero: "Era normale, una brava ragazza, poi non si sa che le è preso...forse è stata presa da una setta..." E le famiglie di quelle ricche, fra le fuggitive, sguinzaglierebbero detectives e, una volta trovate le figlie, psicologi o deprogrammatori in Svizzera...






Ora è facile chiamarle beate e relegarle nei libri e nei santini, allora deve essere stata una catastrofe cittadina. A me piace pensarle amiche intente a sussurrarsi le loro cose mentre ricamavano corredi che mai avrebbero usato. Quel passa parola di cose sante e rivoluzionarie, quella presa di posizione di donne che non avevano diritto di decidere per la propria vita e che quel diritto se lo prendevano. Chissà quante liti in famiglia, pianti di mamme, collere di papà ci furono dietro queste "beate"! Accettate (relativamente) dalla Chiesa...relativamente perchè quello che Chiara e le sorelle volevano poco a poco (ma neanche poi così lentamente visto che tante cose cambiarono Chiara vivente) la Chiesa lo ha trasformato inventando una clausura che non era quello che avevano in mente, abiti e soggolo, che loro non si sognavano nemmeno, gerarchie interne al convento -la loro casa in cui erano tutte uguali -ma non per la Chiesa ...e così, poi, nacquero le Clarisse murate dietro spesse grate...più controllabili, più nel "panorama religioso femminile" che la Chiesa poteva ammettere visto che nel 1300 si fecero sparire, a volte sui roghi, le beghine molto più simili alle Povere Dame di San Damiano di quanto lo siano le Clarisse.






Chiara e le amiche erano altra cosa, e un pò di quello che erano traspare dal veloce processo di canonizzazione di Chiara, dalle testimonianze delle "beate" che parlavano con infinito amore della loro amica con la A maiuscola rispondendo a domande tutte uguali che lasciavano poco spazio a quello che forse loro avevano da dire...e quanto non è stato detto, quanto è stato fatto sparire!






E allora oggi è la festa di una di loro, un'amica, una sorella, una delle fuggitive che si era inventata una vita diversa da quello che il suo mondo aveva preparato per lei...






trascrivo qui quello che i "santi del giorno" dice di lei...una cosa un pò freddina, io ci metto attorno la mia immaginazione: il profumo dei fiori e delle erbe benefiche del loro orto, il calore attorno al grande camino, il freddo del loro povero Coro, la gioia delle visite dell'amico Francesco, i tanti malati del corpo e dell'anima che bussavano alla porta della chiesina, le gioie e i dolori di questo piccolo manipolo di donne che vivevano alla periferia della città, inventandosi giorno per giorno la vita fuori dalle mura cittadine, come "fuori dalle mura" della società era stata la loro scelta. Ci metto pure il loro uscire dai muri del conventino, l'ammirare gli alberi e le persone, come raccomandava Chiara a chi usciva. Ci metto il dolore per la morte dell'Amica frammisto alla gioia delle visioni stupende che tante di loro ebbero in quel momento. Le sento amiche...io che sono beata solo per Ireneo, e mi fanno tenerezza tutte.






Beata Cristiana di Assisi






Nel Martirologio Francescano la persona di Cristiana è confusa con quella di un'altra damianita, Cristiana di Cristiano di Paride a lei contemporanea, ma forse più giovane. Il testo del processo di canonizzazione di s. Chiara permette di distinguerle. Fra Mariano da Firenze la chiamò Cristina.
Appartenne alla famiglia di uno dei consorti della cattedrale, Suppo di Bernardo, che nel 1165 rese una testimonianza insieme con Offreduccio, nonno di Chiara, con cui Cristiana abitò, in Assisi, nella medesima casa (e ciò indurrebbe a ritenerla parente). Poté narrare de visu et de auditu qualche particolare intorno al desueto uscio della fuga dalla casa paterna (Processo, XIII, 1, p. 482), come pure intorno alla vendita dei beni che la santa non volle dare ai parenti per non defraudare i poveri (ibid., 11, p. 483). Cristiana fu forse la fondatrice del monastero di damianite a Carpello in quel di Foligno (1217); si chiuse in San Damiano nel 1220 e fu presente a varie guarigioni prodigiose operate dalla badessa. Il suo nome figura nel discusso documento del 1238. Nel 1241 per ordine di s. Chiara convocò le monache all'orazione mentre Assisi era assediata da Vitale (Processo, p. 483). Avendo deposto il 24 novembre 1253, si deve assegnare la morte di Cristiana posteriormente a questa data. Il Martirologio Francescano la commemora il 21 gennaio.


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