venerdì 6 gennaio 2012

seguendo una stella i re pellegrini...

e mentre fuori dalla finestra il vento ulula e piove e una vecchietta porta doni a tutti i bimbi del mondo sperando che fra di loro ci sia quello che 2012 anni fa non è riuscita ad incontrare...i re stanno arrivando!
Nel mio presepe sono arrivati da poco i doni davanti alla capanna sono stati spostati e loro, ora, sono lì. E mi è tornata in mente la poesia dei re magi che misi alla fine del mio diario del cammino di Santiago e che era e resta la più bella "poesia pellegrina" mai letta. Ho aperto il sito pellegrinando e il mio diario che è ancora lì e l'ho copiata...buona notte magica a voi!


IL VIAGGIO DEI MAGI

Fu un freddo inverno per noi,
Proprio il tempo peggiore dell'anno
Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo:
e vie fangose e la stagione rigida,
Nel cuore dell'inverno.
E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili,
sdraiati nella neve che si scioglie.
Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo
I palazzi d'estate sui pendii, le terrazze,
E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.
Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano
E disertavano, e volevano donne e liquori,
e i fuochi notturni s'estinguevano, mancavano ricoveri,
E le città ostili e i paesi nemici
Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:
Ore difficili avemmo.
Preferimmo alla fine viaggiare di notte,
Dormendo solo a tratti,
Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo
Che questo era tutto follia.
Poi all'alba giungemmo a una valle più tiepida,
Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;
Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,
E tre alberi contro il cielo basso,
E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.
Poi arrivammo a una taverna con l'architrave coperta di pampini,
Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d'argento
E i piedi davano calci agli otri vuoti.
Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo
Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto
Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.
Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
E lo farei di nuovo, ma considerate
Questo considerate
Questo. ci trascinammo per tutta quella strada
Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certo,
Ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo visto nascita e morte,
Ma le avevo pensate differenti, per noi questa Nascita fu
Come un'aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un'altra morte.

T.S. Eliot, 1927

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