martedì 19 giugno 2012

...il piacere di scriversi




quello che riporto qui sotto è un email che ho ricevuto da una cara persona che non vedo da tanto, perchè lo faccio? Perchè, a volte, lettere come questa che ha sapore di calamaio e inchiostro e non di impulsi elettronici -lei, inoltre, scrive benissimo - hanno qualche cosa che può servire non solo a chi riceve la lettera ma a tanti per cui buona lettura!

Carissima Angela,
dopo molto (troppo) tempo, venerdi' ho fatto una capatina sul tuo sito per vedere come stavi e cosa combinavi.
Mi hai (s)travolto, [emotivamente parlando] prova a immaginare ...

La prima notizia: la morte di Chiara. Son tornata al nostro unico incontro, era (forse?) il dicembre del 2006, una bellissima giornata di sole. L'arrivo a piedi (ma da vicino, solo da Pieve S.Stefano): eravamo tornati "in pellegrinaggio", vicino a dove Roberto ha vissuto e tenuto la sua scuola di fotografia nella natura per 10 anni (la minuscola frazione di Mogginano); R. conosceva Chiara di fama, aveva provato più volte ad incontrarla, ma era capitato quando lei o era in giro con le sue caprette o era altrove e non c'era mai riuscito. Ci siamo riusciti insieme. C'erano altre persone, nella sua cucina incasinata: un giapponese (chissa' come c'era finito!), una giovane coppia dall'aria un po' beghina ed un ragazzo veneto dall'aria di " cercatore scettico di verita' ". Chiara era molto preoccupata per le sue caprette, non capiva perche' non riuscissero a portare avanti le loro gravidanze, abortivano spontaneamente. Ci ha offerto una fetta di torta o dei biscotti col vino, mentre lavavamo la pila (vergognosa) di piatti e pentole che pellegrini frettolosi le avevano lasciato sporchi da pulire; io, devo dire, ero scandalizzata di questo, lei invece sembrava accettarlo come una cosa se non normale, diciamo frequente: con un'alzatina di spalle e uno sguardo rivolto al cielo, quasi un dire "cosi' va il mondo, oggi, e c'e' di peggio" e non sembrava farsene un cruccio. Non siamo rimasti tanto con lei, aveva cose da fare e non volevamo imporci al suo tempo che immaginavamo gia' abbastanza scombussolato dalle continue visite di amici, pellegrini, curiosi e quant'altro. Mezz'ora solo o poco piu', ma sufficiente per un grande e forte abbraccio dell'anima.
Ci torneremo per posare una pietra sulla tomba di Chiara, e mi piace pensare (sognare, sperare) che tutti coloro che l'hanno conosciuta ci vadano anche loro un giorno o l'altro a portare la propria.

La seconda notizia: la sorte del Cerbaiolo. So quanto questa ferita sia ancora viva e sanguinante per te, non potrebbe essere altrimenti. La terra, gli alberi, le pietre e i cieli del Cerbabiolo sono una grande parte del tuo paesaggio interiore, uno dei luoghi natali della tua anima, e quel luogo da li' nessuno puo' portartelo via. Sei fortunata ad averlo potuto vivere cosi' intensamente e sono certa che Chiara sia stata anche un po' la tua madre spirituale, "corresponsabile" del tuo progetto e della tua giusta e caparbia volonta' di attuarlo; e questo e' (sara') anche un modo per farlo vivere ancora, il Cerbaiolo, sotto un altro cielo ma sotto lo stesso spirito.

La terza notizia: la chiusura della Perfetta Letizia. Ricordi quando sei passata a Roma e la prima edizione della guida era in via di stesura definitiva e ancora non era nato questo luogo straordinario? Ci eravamo "pescate" su internet nell'estate del 2003, e ti ho ospitato a casa in un tuo passaggio per Roma: e' incredibile che sia gia' passato cosi' tanto tempo - e nella tua vita cosi' tanti incontri che son quasi certa che stai facendo fatica a ricordarti di me, ed anche cosi' tanti altri cammini, direi da quanto leggo!-. In effetti, anche se a distanza e per via elettronica, l'ho seguito tutto il percorso della Letizia! La nostra fugace apparizione, anche nella bellissima cappellina "non-ortodossa", non avra' lasciato il segno li', ma per noi e' stata una sosta bella, calda e affettuosa, ed il tuo spirito accogliente e forte, era il piu' bel dono, il vero, prezioso ornamento del luogo. Ma non devi amareggiarti: l'indignazione e l'incazzatura e', e deve essere, il minimo comun denominatore, questa gente e' cosi' da secoli, e ne ha fatte di sconcezze, e va denunciata, ma l'amarezza non e' ammessa!!! non devi fargli questo "dono"! non si meritano nulla, ma soprattutto non devono credere di avere il potere di renderti amara la vita! E' esattamente quello che vogliono ed e' il veicolo attraverso cui "vincono" sempre: amareggiare, isolare, diffondere sospetti e menzogne, costringere a discolparsi per colpe inesistenti. Aggancia il tuo sguardo piu' in alto del loro e il tuo respiro verso l'aria lieve e pulita che sta oltre (quella delle montagne, delle cime, delle grandi nevi). Ci hai messo l'anima, lo so, ed il coraggio di "cancellare" ridipingendo le pareti con le tue mani, io proprio non ce l'avrei avuto. Sei proprio una Grande! Pero' soffia via (se te n'e' rimasta ancora dentro) l'amarezza, quello e' un veleno letale!
Sai che in ogni pellegrino passato hai lasciato un seme, e quindi un albero, e ricorda che quella foresta invisibile, se anche non ne vedrai mai direttamente una foglia, esiste e stormisce nell'universo. E lancia altri semi nello spazio infinito.

La quarta notizia: la Ruah, la Ruah, eccola, e' qui ed ora!!!

La quinta notizia: la Ruah, la Ruah, eccola, sara' qui tra un po'!!!

La sesta notizia: cammin facendo ...

La settima notizia: Cammini facendo ...

mia cara Angela, ma come hai fatto a reggere con tutto questo stress? Io, solo per interposta persona - ma ovviamente con una certa dose di proiezione emotiva - venerdi' son tornata a casa che ero distrutta (non ho internet a casa, ed i tuoi ultimi 3 anni di blog li ho letti in ufficio tutti d'un fiato).

Ora, con uno stacco di 48 ore, una cosa sopratutto mi preme di dirti, anzi di ri-dirti perche' da pellegrina la sai gia'. Come quando lo zaino diventa pesantissimo ed i piedi sono come incollati, anzi, sembrano radicati sul sentiero e sei certa che schiatterai al prossimo passo in avanti e ti verrebbe solo da piangere per la stanchezza e ti chiedi "Ma perche' cazzo mi sono messa in testa di fare questa cosa?".
Che fai in quella situazione, tu? Io ricerco le mie ali. Ne ricerco l'attacco sulle spalle e LE SENTO: percepiso il punto esatto in cui si congiungono al mio corpo, le sento in tutta la loro estensione, grandi, bianche, un po' acciaccate e schiacciate, e' vero, ma basta una scrollatina minima, ed ecco che le singole piume, una ad una, si stirano, si allungano, ritrovano la loro posizione estesa, fremono, si allargano per tutta la loro superficie, palpitano. Le percepisco fisicamente. E man mano che le sento e' come se il mio corpo perdesse peso e si allungasse verso l'alto, e si stendesse anch'esso. Dalla testa fino alla punta dei piedi. Divento incredibilmente leggera e i piedi si muovono da soli trovando la via senza che gliela mostri. Vanno, e vanno lievemente, come in un sussurro; non ho piu' la consapevolezza di camminare, le ali mi fanno sfiorare il terreno (no, non volare, mi fanno semplicemente passare con leggerezza sulla terra) come un soffio, appunto. Talvolta lo avverto addirittura, il soffio, che mi sospinge da dietro le spalle.

Avviene il miracolo; sara' effetto della suggestione, della stanchezza, dell'abbandono, della follia ... non lo so e non m'importa, l'incredibile e' che il miracolo avviene: ritrovo il senso dell'andare e del percepire, ritrovo il piacere dello sguardo e della pienezza e la stanchezza svanisce come nebbia al sole. Funziona.
Ma saro' sincera, funziona molto bene sui sentieri "non metaforici", quando cammini zaino-in-spalla; sul sentiero della vita e' piu' difficile ma principalmente perche' nella quotidianita' non ci penso proprio a cercarmi le ali, non mi viene in mente. Paradossalmente proprio non me ne ricordo,e forse e' per quello che rimango stanca, incazzata e delusa ...

Tante, forse troppe sono le cose che vorrei ancora dirti e sicuramente non ti ho detto quelle piu' importanti, ma so di non poterti tenere a vita qui davanti al computer a leggere, ne avrai di cose da fare, vero? (magari camminare ... che e' pure meglio).
Insomma, ti abbracciamo forte forte e ti sostengo, ti sosteniamo, con le nostre ali. Un saluto affettuosissimo anche da R.
M. P.
la mia risposta:
carissima M.P. e carissimo R., di certo non mi sono dimenticata di voi, delle belle chiacchierate con voi nella vostra casa di Roma, dei fugaci incontri ma pure intensi. Il tuo messaggio è bellissimo, così tanto che ti chiedo il permesso di pubblicarlo sul blog che hai letto così "strenuamente"...Ti rassicuro, l'amarezza se ne è andata, è vero fa il loro gioco e non mi confondo né con la meschinità e neppure con la cecità di chi più dovrebbe capire, non è però scomparsa né l'indignazione e né la lotta e neppure l'attesa fiduciosa per la Ruah che so, modello speranza di Francesco "La speranza certa" (che è quanto di più illogico esista) che accadrà. Sono così fiduciosa che dal 21 agosto me ne vado a fare il mio "Cammino della Maddalena" "sapendo" che questa sarà l'ultima occasione per 40 giorni di cammino in estate....perchè poi ci sarà la Ruah e, d'estate, non potrò di certo mollarla. (leggi i quasi ultimi posts). Anch'io metto le ali e non sono mai stata più serena di ora...quando, a logica, dovrei stare qui a strapparmi i capelli, ma la "logica" del mondo non è il mio forte e preferisco l'illogicità del Cielo, fa vivere sereni! Carissima in luglio e fino al 20 agosto sono qui, venite a trovarmi...


1 commento:

nicoletta ha detto...

Che belle lettere, che bello spirito. Leggendovi, ho preso anche io un bel respiro di entusiasmo e serenità. Grazie! Ne avevo proprio bisogno.