domenica 24 marzo 2013

anestetizzarsi...la vita, il cuore

cercavo una foto della processione delle palme a Gerusalemme che, con Marisa, feci da Betfage...oggi, la domenica delle palme del 2008. Ed invece mi sono imbattuta in questa foto di un vecchio cartello nell'Orto del Getzemani dove fummo ospiti per tutta la Settimana Santa...e questo cartello dice proprio quello che sto pensando...mai come oggi credo di aver "capito" il Vangelo della Passione, mai come oggi le parole: paura-non voler soffrire-abbandono-anestesia del cuore mi sono sembrate una parola unica, o meglio, una catena di parole che partono dalla paura che è il "ponte del maligno" qualche post fa parlavo della paura pensando a Francesco, al film della Cavani, e a quello che aveva detto Papa Francesco della paura...oggi mi accorgo di un sintomo derivato dalla causa-paura...umano, oh certo, ma che è la più grande "tentazione" ...l'ultima di Gesù e la grande tentazione di tutti noi che siamo umani come Lui ma meno divini. E allora parlo di me e di ciò che mi circonda, di persone che fanno parte della mia vita...penso a Marisa e alla mia "anestesia cerebro-cardiaca" nei suoi confronti che, però, è lucida, la vedo. Non voglio negare che credo che fra poco lei possa non essere più qui, non voglio neppure negare il mio egocentrico dolore che si può sintetizzare in una frase: "Mi lasciano tutti, ho sepolto tutta la mia famiglia e l'unico vivo non è qui e forse sta male ma non posso aiutarlo...anche Damiao se ne è andato...forse è morto..." E questo è il mio dolore lucido e centrato su di me. E allora, istintivamente, vorrei dormire come gli amici di Gesù, vorrei negarlo (il dolore) come fa Pietro....e invece sto qui, lo vedo il dolore e vedo pure la nuvola-anestetica che mi sono costruita attorno al cuore...poi incontro una persona a me cara...e vedo come la sua di nuvola-anestetica sia più spessa, chissà se se ne accorge? Sento che non c'è più nulla fra di noi, il non voler vedere il suo dolore profondo e antico l'ha anestetizzato completamente e questo crea la distanza, fra noi non ci sono più parole e nemmeno sentimenti e torna alla mente quel verso di "Piazza Grande" che ascolto tutte le volte che il mio telefonino suona, è ora la mia suoneria "...quello che sono l'ho voluto io...". Non lo giudico, me ne accorgo, direi che lo capisco e lo giustifico, capisco pure come Gesù capisca quello che sta accadendo a Pietro a cui continua a voler bene nonostante tutto...è difficile "fare gli eroi" con sé stessi, voler andare al fondo dei propri dolori, delle proprie paure, guardarle in faccia come fa Gesù nell'orto in quella notte di totale solitudine, tenendo a bada la voglia di fuggire, l'istinto di scappare...è così, è più semplice morire nelle proprie paure, ributtarle laggiù nel fondo di sé stessi...sopravviversi, non vivere, sopravvivere avvolti in tutte le possibili giustificazioni...non lo giudico...è così, è umanamente così...così si perde una grande opportunità di vita, di sincerità con sé stessi, di Risurrezione...Pietro, dopo tante altre nuvole-anestetiche, dovrà morire in croce anche lui per uscirne...ma è così...la tentazione "la grande tentazione" è il fuggire che prende tantissime forme da quella fisica a tutte le possibile chiusure autogiustificanti, è più facile...è umano.  Forse "accettare la croce" è proprio questo...vedere il proprio dolore, vedere come ognuno di noi cerchi di anestetizzarlo, vederlo con lucidità, viverlo e, contemporaneamente, tenerlo a bada  (la paura-dolore può essere molto violenta, io lo so) e poi...andare oltre, amando tutti i nostri "compagni umani" che fanno lo stesso, provarne tenerezza anche sé la loro fuga è causa del proprio di dolore. Lasciarlo nel passato, risorgere nuovi a sé stessi...e senza passare da questo travaglio non si risorge, lo sto dicendo a me stessa...non sto facendo una predica fessa online, ma ci si deve passare...non per masochismo, semplicemente perchè è così...è "umanamente eroico" accettare la propria croce ma è anche "terribilimente furbo" perchè di là, oltre, c'è solo Pasqua, si può solo risorgere non più schiavi della paura o, perlomeno, visto che non siamo Gesù, con un livello di paura più sottile e una lucidità maggiore dove le nuvole-anestetiche sono guardate per quello che sono, nuvole che nascondono quello che non vogliamo vedere.
Buona domenica dello sventolare di frasche, di dolci asinelli, di canti e di un Re senza esercito che cammina senza paura sulla polvere della strada fino alle porte di Gerusalemme.

1 commento:

Unknown ha detto...

Mia cara Angela
oggi la frase che hai scritto di Marisa mi ha lasciata nel dolore.
Io l'ho conosciuta in un cammino.
Prego tanto per lei e per te che sei sua amica......un'amica è un bene prezioso
Ondina