giovedì 1 agosto 2013

storia di un'amicizia antica e...di migranti


Oggi, nei santi del giorno, ho scoperto che è San Leo...sarà festa nel borgo aggrappato allo scoglio e alla sua rocca! Borgo a cui sono affezionata da quando da ragazzina ci andavo con gli scouts, anche d'inverno, con la neve, ospitati da un contadino amico che ci aveva messo a disposizione la sua stanza degli attrezzi con un grande camino e il ceppo che bruciava lentamente per tutta la notte...bello no!
 E poi lì si svolse la scena fra Francesco e il Conte Orlando e il suo proporre a Francesco di donargli La Verna e, appena fuori le mura, c'è lì il bel conventino di Sant'Igne a ricordo di un'altro bel episodio della vita di Francesco.
Riporto qui quello che dice di San Leo e di San Marino i santi del giorno, di questi due migranti scalpellini in cerca di lavoro...e aggiungo la storia che proprio in quella route invernale ci fu raccontata. Pare che mentre San Marino costruiva sulla sua montagna, San Leo facesse lo stesso dall'altra parte della valle sulla sua...avevano attrezzi in comune, quando uno dei due ne aveva bisogno, "faceva un fischio" all'altro che glielo tirava attraverso la valle...erano santi no?! Senza questi due migranti non avremmo due gran bei posti d'Italia, anzi pure dell'estero, e se li avessero messi in un "campo di prima accoglienza" che sarebbe successo?!
Correva l’anno 257 d.C. e due cristiani di nome Leone e Marino, provenienti dall’isola di Arbe in Dalmazia, giunsero a Rimini attratti dall’ opportunità di lavorare come scalpellini.
San Leone e San Marino, giunti nella zona del Monte Titano in cerca di pietre da lavorare, restarono affascinati dal maestoso Monte e vi si recavano spesso, Oltre a quel lavoro, essi svolgevano la missione di convertire la popolazione riminese al cristianesimo. Per sfuggire alla persecuzione dell’Imperatore Diocleziano, si rifugiarono in cima al Monte Titano. Passati tre anni, San Leo, con un piccolo gruppo di compagno, si diresse verso la rupe del Monte Feliciano che nella lingua del posto è chiamato Feretrio. Qui giunto costruì una piccola cella e a Dio dedicò una cappelletta.e in tutta segretezza, cominciò a radunare i Cristiani e a predicare il Vangelo. La sua missione diede subito frutti copiosi ed il Cristianesimo si propagò rapidamente in tutta la regione circostante, fino alla creazione della Diocesi di Montefeltro con a capo Leone nel frattempo ordinato vescovo. Leone è considerato, per tradizione, i primo vescovo del Montefeltro, anche se l’istituzione ufficiale della Diocesi è avvenuta alcuni secoli dopo. Dopo la morte di Leone, il suo corpo venne deposto in un sarcofago di pietra di cui, nel Duomo, si conserva il coperchio.

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