sabato 15 marzo 2014

Parigi-Chartres a piedi...per il solstizio

ci sto sognando sopra...e ho scoperto che: dalla casa in cui è nato mio papà a Chartres seguendo il "Chemin de Charles Péguy" scrittore che ora dovrò leggere...mi ricordo la mia zia francese che ne parlava ma io...non ne so nulla! E, pensate, lui fece il cammino partendo dalla casa in cui era nato suo padre MA NON E' STRAORDINARIO?! Insomma da Boulevard Magenta (zona stazione Est) a Chartres sono 5 tappe di cammino: 21 km., 28 km., 27 km., 17 km., 23 km., un piccolo cammino tutto in pianura....Ho camminato verso l'Apostolo Giacomo...verso l'Alter Cristus Francesco, Verso Gesù, Verso l'Arcangelo Michele, Verso l'Apostola degli Apostoli Maddalena...ora mi manca Maria!! E la sua Rosa tutta blu! (quanto ci sognavo sopra da bambina guardando i tantissimi libri su Chartres che popolavano casa mia! Non mi ci portarono per il gemellaggio, avevo solo 4 anni...ma poi ci andai nel mio primo viaggio all'estero dopo la maturità, a 18 anni...che ricordo stupendo di quel magico BLU!
....questa è un'anteprima! Quest'anno andrò da Parigi a Chartres, più precisamente da Boulevard Magenta dove nacque il mio papà fino a Chartres (lui quando era vice sindaco di Ravenna creò il gemellaggio fra Ravenna e Chartres...il vetro nell'arte!) E sarò là quando si potrà vedere il famoso labirinto e ripercorrerlo...sto impilando soldini per farlo...bello no?!







La magia del solstizio d’estate
Marina Sanvito
Ogni anno il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate si ripete un antico cammino che porta molti pellegrini alla Cattedrale di Chartres, in un delizioso paese della Francia famoso in tutto il mondo.
Perché quel giorno e perché un pellegrinaggio un po’ sacro ed un po’ profano ancora oggi nel terzo millennio, in un’epoca totalmente rivolta al materialismo e caratterizzata da una superficialità diffusa che copre però mille incertezze e mille inquietudini?
A mezzogiorno in punto (ma con il passare dei secoli e la precessione degli equinozi, con l’ora legale oggi verso le 14), un raggio di sole filtra da un piccolo buco, stranamente rimasto senza pittura, di una vetrata, detta di Saint- Apollinaire, nella navata laterale ovest della Cattedrale e va a colpire una pietra più bianca delle altre, posta di sbieco nelle lastre che compongono la pavimentazione, proprio su un pezzo di metallo che qualcuno quasi mille anni fa ha fissato, forando la stessa pietra.
In questo stesso giorno viene riaperto ai visitatori il Labirinto, che normalmente resta coperto da tappeti per quasi tutto l’anno.
E’ di foggia circolare di circa 40 piedi di diametro, fissato nel pavimento con pietre più scure tra le altre che lo fanno risaltare immediatamente alla vista di chi entra nella chiesa.
Una rara eredità medioevale questa, ma non la sola poiché ne esistono altri a Reims, ad Amiens, Poitiers ed Auxerre, un importante luogo geometrico nell’edificio.
Si può sicuramente dire che è un simbolo alchimico, ma non si può dimenticare che il dedalo di Chartres non è un vero labirinto perché non ci si può smarrire: è un cammino che ci conduce al centro. Si voleva, cioè, che il pellegrino lo percorresse in un determinato modo, per poi arrivare in un punto preciso. Non si deve stare fermi, ma camminare continuamente, quasi danzare in un modo rituale.
Ma perché?
Non bisogna dimenticare che Chartres è stata costruita su di un poggio dove la tradizione dice che prima i Celti e poi i Galli si recassero in una grotta per venerare una Vergine nera molto rudimentale.
Lo avevano scelto proprio in quel determinato sito della campagna perché ritenevano che fosse il punto d’incontro di correnti terrestri telluriche, che più semplicemente definirei magnetiche.
Anche allora era meta di pellegrinaggi: i Druidi lo consideravano un luogo sacro chiuso in cerchio da menhirs verticali perché potessero raccogliere queste forze della terra ed un dolmen era posto al centro come altare sacrificale. L’acqua del pozzo, poi, serviva per battesimi iniziatici.
Non tutti i pellegrini potevano avere il dono dell’iniziazione, così come non tutti gli uomini hanno la Grazia della Fede, ma a Chartres si percorre il labirinto scalzi perché l’uomo può utilizzare meglio la corrente tellurica che vi affiora ed il suo corpo deve essere in movimento (da qui l’invito a camminare, a danzare), per acquistare proprietà particolari.
I fogli distribuiti ai visitatori in questo giorno ribadiscono che il Labirinto è un esercizio spirituale per i Cristiani, come un immaginario pellegrinaggio alla Gerusalemme Celeste, un pellegrinaggio interiore, spirituale. Il percorso è un sentiero che conduce l’uomo dalla terra a Dio: l’uomo si sente attratto verso il centro poiché là è la Città Santa. Ma percorrere il lungo Labirinto deve essere un modo per aprire se stessi allo Spirito Santo ed uscire da questa esperienza trasformati, per se stessi e per quelli che ci sono vicini.
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Ma gli stessi fogli ci mettono in guardia dall’esoterismo, invece molto diffuso e tangibile. Ho detto, all’inizio, che c’era del sacro e del profano: molti pellegrini giungono qui perché lo ritengono un luogo magico dal quale l’uomo “iniziato” può trarre beneficio dalla percezione di queste forze nascoste che si sprigionano dalla terra.
L’incontro tra queste due diverse realtà non è affatto disturbante, ma lo è sicuramente per la Chiesa tanto che si stanno prendendo gravi decisioni sul chiudere per sempre il Labirinto anche perché, recentemente, un gruppo di persone si è nascosta per tutta una notte nella grotta sotterranea per compiere riti esoterici e così quest’anno, nel giorno di apertura del Labirinto la grotta è stata chiusa al pubblico.
Comunque Solstizio d’estate, raggio di luce e Labirinto sono tre elementi strettamente connessi tra di loro e creati ad arte da” qualcuno” che voleva che proprio da quel giorno gli uomini cominciassero i loro pellegrinaggi a Chartres perché iniziano proprio in questo periodo dell’anno, secondo gli antichi, le grandi pulsazioni della corrente tellurica.


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